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Il confine tra Calabria e Basilicata si perde nella splendida aera naturale del massiccio del Pollino, che è capace di far incontrare i territori e di fondere assieme boschi e montagne.
In ripresa dopo i grandi disboscamenti del secolo passato, la valle sta riscoprendo una natura isolata e selvaggia, dove le grandi masserie e le opere agricole sono ormai un ricordo essendo rimasti sul posto solo anziani pastori che conducono le loro greggi sui pianori.
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Il Parco naturale del Pollino, condiviso da ben tre province (Potenza, Matera e Cosenza), costituisce l’area protetta più grande d’Italia, inglobando 192.565 ettari di terreno, e comprende 56 comuni.
La natura a stretto contatto dell’uomo offre le sue meraviglie tra le vette del Dolcedorme e del Cozzo del Pellegrino, tra le acque del Tirreno e dello Ionio, tra paesi albanesi e non, tra piante rare e gole solcate da corsi d’acqua.
Molti in passato hanno paragonato questo Parco a un’isola, dall’alto della quale è possibile vedere, ad occhio nudo, tre mari contemporaneamente: le coste tirreniche di Maratea, Tortora, Praia a Mare, Scalea, Diamante e Belvedere Marittimo, quelle ioniche da Sibari a Metaponto e, infine, il lontano Mar Adriatico.
Istituto nel 1993, il Parco conserva e tutela, sotto il suo emblema, il pino loricato, specie rarissima in Italia, ma presente in altre località come le montagne balcaniche della Grecia.
Il Parco custodisce inoltre endemismi rari ed eccezionali, come l’aquila reale e il capriolo, luoghi naturali formati da rocce dolomitiche, accumuli morenici e cerchi glaciali, intercalati da timpe, dirupi e grotte ma anche prati e pascoli.
I suoi principali luoghi di interesse naturalistico sono il Monte Alpi, i piani del Pollino, il piano di Novacco, Pietrasasso, la Fagosa, le valli del Mercure-Lao, dell’Argentino, del Rosa, del Frido, del Mercuri e del Sarmento.
Tante altre cose si possono dire sul meraviglioso parco del Pollino, magari in un prossimo articolo vi accompagnerò nei posti più sbalorditivi!
